Questo blog parla della candela.
Ho avuto la possibilità di conoscerla a Santena, dove ha sede lo stabilimento produttivo della SER, società in cui lavora mio padre e mio zio.
Il blog mi ha dato l'opportunità di conoscere meglio il paese, il suo mito, l'origine del suo nome.
È stato interessante conoscere le cose per cui è rinomata, che le danno valore internazionale.
La ricerca di un libro che parlasse del posto non è stata facile, ma alla fine si è rivelato estremamente interessante lo spaccato della società che ci viveva un tempo, come si può leggere in una citazione.
Tornando alla candela, la ricerca è iniziata con una piccola analisi del suo nome, che ha origine latina proprio perché sono probabilmente stati i Romani per primi a crearla, quantomeno in occidente.
Dall'antica Roma essa, attraverso i secoli e i continenti, è mutata nei materiali e ha assunto geometrie e funzioni anche molto diverse da quelle originali. Mentre la candela evolveva in tutte le direzioni formando l'attuale tassonomia, al contrario la sua anatomia è rimasta pressoché invariata.
La sua storia non può dissociarsi da quella dei riti religiosi, nei quali era inizialmente utilizzata come fonte di illuminazione e poi nel tempo ne è diventata il simbolo come dimostrano i numerosi proverbi sulle candele, i quali la maggior parte delle volte sono legati a cerimonie religiose. Tuttavia non si può negare che a fianco della spiritualità, essa abbia rappresentato i "lumi della ragione" in un'epoca come quella dell'Illuminismo, in cui la razionalità sconfiggeva il dogmatismo e la superstizione.
Tracce materiali della candela nei secoli si hanno guardando dove compare nella letteratura e nell'arte, ad esempio la si trova tantissimo nei dipinti dei pittori fiamminghi del '600, i cosiddetti "Caravaggeschi" perché ispirati dalla tecnica con cui l'artista italiano rappresentava luci e ombre.
Compare anche nei francobolli e nella musica, peculiare è una canzone afghana del 1600, riportata alla luce da Branduardi nel 2010, che canta l'insensato amore di una falena per la candela.
Al giorno d'oggi, come una volta, la presenza della candela nelle nostre case è quasi scontata, può trovare posto in bagno come decorazione, in giardino d'estate per scacciare le zanzare o in cucina per profumare l'ambiente e addirittura cuocere alcuni piatti della tradizione come la fonduta e la bagna càuda.
Nei fumetti e nei film si trova la dimostrazione che le candele non si sono estinte con l'avvento dell'illuminazione elettrica ma hanno saputo trovare nuovi spazi nella società. Una doverosa citazione è la famosa scena della libreria e della candela nel film Frankenstein Junior del 1974 in cui per aprire un passaggio segreto il protagonista deve spostare una candela: "Rimetta a posto la candela!"
Da tutte queste informazioni è stato possibile tracciare una mappa concettuale e una nuvola dei nomi che schematizzano le sfere e le discipline a cui la candela appartiene e come esse siano in relazione.
È stata anche fatta un'ipotesi su come organizzare un museo dedicato.
Infine sono state prese in esame anche la scienza e la tecnica della candela che arde, un fenomeno semplice all'apparenza ma che si rivela connesso con numerosi rami delle scienze naturali, come ebbe a dire Michael Faraday nel suo The Chemical History of a Candle.
Questo sguardo alle varie epoche della Storia che la candela ha attraversato, agli ambiti della vita in cui è presente, alle innovazioni che l'hanno aggiornata, ai significati che assume e le azioni che permette di eseguire, ne ha fatto emergere l'evoluzione nel tempo e dà la convinzione che questa continuerà nel futuro.
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#33 - La sintesi finale
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