Il vocabolario Treccani ne da la seguente definizione:
"Cilindro di cera, stearina, sego, paraffina, o miscela di tali sostanze, contenente all’interno un lucignolo di fibra vegetale che, acceso, dà fiamma e quindi luce."
Altri nomi in italiano sono: bugia, moccolo, stearica, fiaccola, torcia, cero.
Il vocabolo in alcuni dialetti d'Italia:
Piemonte - candèila
Liguria - candéia
Valle d'Aosta - tsandèila / tchandéla
Lombardia - candila
Veneto - candéla
Basilicata - cirogg
Calabria - cirogenu
Puglia - ceròggene
Sicilia - cannila
Canton Ticino - candéra
Emilia Romagna - candeira
Campania - cannéla
Lazio - cannéla
Toscana - moccolo
La parola, dall'originale latino, si trasformò candele in anglo-normanno e antico inglese, fino a diventare candle in inglese moderno.
La città di Béjaïa, in Algeria, fu celebre per la cera d'api lì prodotta durante il Medioevo tanto che in francese la candela divenne bougie.
In spagnolo e portoghese si dice vela.
In tedesco kerze.
In greco κερί (pronuncia: "kerì").
In russo Свеча (pronunca: "svěča" ; IPA: [svʲɪˈt͡ɕa])
La parola zhú 燭 in cinese significava originariamente "torcia" e potrebbe essere giunta gradualmente a definire la candela (Làzhú 蠟燭); In russo Свеча (pronunca: "svěča" ; IPA: [svʲɪˈt͡ɕa])
In giapponese キャンドル che si pronuncia "kyandoru".
In arabo شمعة (pronuncia: "šamʿa" oppure "šamaʿa" ; IPA: /ʃam.ʕa/).
In hindi मोमबत्ती , pronunciato "mombattī".
Fonti:
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