Un periodo in cui gli abitanti locali venivano chiamati alle armi lasciando le campagne incolte, i terreni erano ulteriormente devastati dalle inondazioni della Banna(torrente che divide Santena) e del Po; e la peste e la carestia del 1500 contribuivano a decimare ed impoverire la popolazione.
La leggenda del Frispolo
Caterina, una giovane fanciulla, viveva con la mamma malata in una casetta ai margini del territorio della fortezza di Gamenario. Il padre con i fratelli erano andati in guerra, così la ragazza si impegnava ogni giorno per preparare i pasti per lei e la debole madre.
Un giorno arrivò un cavaliere della Casa Savoia, in quei giorni ospite presso la fortezza abitata dai Podestà. Egli, vedendo la bellissima Caterina, si fermò e chiese di poter abbeverare il cavallo. Lei acconsentì e mentre l'animale si ristorava, il giovane le chiese della sua condizione, aveva notato la povertà di quella casa. Cosi, dopo una piacevole chiacchierata, al calare del sole il cavaliere tornò alla fortezza, già innamorato di Caterina.
Il cavaliere, appena tornato, scoprì che di li a poco sarebbe arrivato alla fortezza Papa Martino e che avrebbe sostato un giorno e una notte prima di dirigersi a Torino. Il Podestà era molto preoccupato perché in quel periodo di magra anche le dispense della fortezza erano assai limitate: solo poca farina e qualche panetto di strutto.
Al ragazzo venne in mente che mentre parlava con la fanciulla lei stava preparando un impasto semplice ma dal profumo squisito. Così pensò che sarebbe stata un'ottima idea invitare Caterina alla fortezza per preparare i pasti, avrebbe fatto contento il Podestà e salvato il nome dei Savoia, inoltre avrebbe potuto rivedere la bella ragazza.
Tornò di corsa dalla fanciulla chiedendo il suo aiuto. Lei accettò l'invito, prese gli unici ingredienti che aveva: miele, fragoline, more, un ciuffetto di cicorie, erbe aromatiche e asparagi selvatici, e salutò la madre, con la promessa di tornare al più presto.
Dopo essere arrivata a destinazione fu accompagnata in cucina, dove le fu lasciato il compito di preparare la cena per il Papa. La ragazza preparò dei golosi bocconi dorati che vennero serviti ai commensali accompagnati da verdure saltate in padella.
Preparò lo stesso impasto per altre due volte. Il secondo, una volta cucinato fu servito con asparagi selvatici, e il terzo che servì come dessert, con frutti di bosco irrorati da miele.
Il Papa, sorpreso dalla prelibata cena, chiese di conoscere la cuoca. La ringraziò e si fece spiegare la ricetta: erano bastati pochi ingredienti e tanta fantasia.
Il Podestà ne diede il merito anche a Frispolo...il cavaliere che aveva trovato la strepitosa cuoca!
Fu così che Papa Martino volle chiamare quelle leccornie “Frispoli” e poi, siccome al Papa non erano sfuggiti gli sguardi amorevoli tra Frispolo e Caterina, propose loro di unirli in matrimonio. I due giovani acconsentirono felici e fu organizzata un bella cerimonia.
La mamma di Caterina venne trasferita alla fortezza e curata da medici illustri. Il padre e i fratelli, tornati dalla guerra, vennero assunti come stallieri nelle scuderie dei Podestà. Caterina divenne una delle dame più amate alla corte dei Savoia insieme al suo sposo cavalier Frispolo, e…vissero tutti felici e contenti…
Il cavaliere, appena tornato, scoprì che di li a poco sarebbe arrivato alla fortezza Papa Martino e che avrebbe sostato un giorno e una notte prima di dirigersi a Torino. Il Podestà era molto preoccupato perché in quel periodo di magra anche le dispense della fortezza erano assai limitate: solo poca farina e qualche panetto di strutto.
Al ragazzo venne in mente che mentre parlava con la fanciulla lei stava preparando un impasto semplice ma dal profumo squisito. Così pensò che sarebbe stata un'ottima idea invitare Caterina alla fortezza per preparare i pasti, avrebbe fatto contento il Podestà e salvato il nome dei Savoia, inoltre avrebbe potuto rivedere la bella ragazza.
Tornò di corsa dalla fanciulla chiedendo il suo aiuto. Lei accettò l'invito, prese gli unici ingredienti che aveva: miele, fragoline, more, un ciuffetto di cicorie, erbe aromatiche e asparagi selvatici, e salutò la madre, con la promessa di tornare al più presto.
Dopo essere arrivata a destinazione fu accompagnata in cucina, dove le fu lasciato il compito di preparare la cena per il Papa. La ragazza preparò dei golosi bocconi dorati che vennero serviti ai commensali accompagnati da verdure saltate in padella.
Preparò lo stesso impasto per altre due volte. Il secondo, una volta cucinato fu servito con asparagi selvatici, e il terzo che servì come dessert, con frutti di bosco irrorati da miele.
Il Papa, sorpreso dalla prelibata cena, chiese di conoscere la cuoca. La ringraziò e si fece spiegare la ricetta: erano bastati pochi ingredienti e tanta fantasia.
Il Podestà ne diede il merito anche a Frispolo...il cavaliere che aveva trovato la strepitosa cuoca!
Fu così che Papa Martino volle chiamare quelle leccornie “Frispoli” e poi, siccome al Papa non erano sfuggiti gli sguardi amorevoli tra Frispolo e Caterina, propose loro di unirli in matrimonio. I due giovani acconsentirono felici e fu organizzata un bella cerimonia.
La mamma di Caterina venne trasferita alla fortezza e curata da medici illustri. Il padre e i fratelli, tornati dalla guerra, vennero assunti come stallieri nelle scuderie dei Podestà. Caterina divenne una delle dame più amate alla corte dei Savoia insieme al suo sposo cavalier Frispolo, e…vissero tutti felici e contenti…
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